sabato 8 giugno 2013

DUE ANNI DOPO LA RIVOLUZIONE, LA LIBIA TORNA AL CALCIO. E SOGNA I MONDIALI

Allo stadio di Benina, 10 mila posti a sedere non lontano da Bengasi, c’è un’intestazione nuova, scritta in rosso con le bombolette spray: si legge in arabo “Stadio martiri di febbraio”. È il nome ufficiale che ha preso l’impianto ormai da due anni, sostituendo quello vecchio con cui Gheddafi lo aveva battezzato: fino al 2011 era l’“Hugo Chavez Stadium”, dedica speciale del Colonnello al suo amico venezuelano.

 




 Libyan national team Oct 2011


 





Dopo più di 24 mesi lontano dal suolo casalingo, la Nazionale di calcio libica tornerà stasera a disputare una partita ufficiale tra la propria gente.
QUALIFICAZIONI PER IL BRASILE. A Benina ci finirà la prossima settimana, per affrontare il Togo nella gara di qualificazione al Mondiale di Brasile 2014. Oggi pomeriggio invece si ripartirà da Tripoli, stadio “11 giugno” (anche qui nome carico di valenza storico-politica, che ricorda il giorno del 1970 in cui le truppe Usa abbandonarono le loro basi nel paese), una cattedrale da 80mila posti a sedere dove qualche anno fa fece tappa pure la nostra Supercoppa con la partita Juve-Parma.


Avversario di oggi è la Repubblica Democratica del Congo, terza del gruppo I proprio alle spalle dei libici, che inseguono a -1 il Camerun capolista. Siamo a metà strada, e per ottenere il pass per la Coppa del Mondo serve arrivare primi: mai come ora quindi è manna dal cielo l’ok della Fifa per il ritorno a giocare in casa. La Libia vuole vincere per conquistare la sua qualificazione ad un Mondiale.
POSTI DI BLOCCO E METAL DETECTOR. Sarebbe un risultato straodinario, se si considera che il campionato locale è fermo ormai da tre anni. La Nazionale però non ha mai smesso di giocare, chiedendo ospitalità agli stati vicini, e sudandosi pure una qualificazione alla Coppa Africa 2012, terza volta nella sua storia. Sabato scorso è tornata per la prima volta a giocare una partita a Tripoli: in amichevole, ha battuto 3-0 l’Uganda. Ma il match si è giocato a porte chiuse, mentre oggi pomeriggio i tifosi ci saranno. E i livelli di guardia sono altissimi: è la Fifa a richiederli, con posti di blocco attorno all’impianto e metal detector agli ingressi del settore.
Sarà una settimana fondamentale per il calcio libico, e non solo per la qualificazione da strappare al Camerun. Ci si gioca anche la credibilità per la Coppa Africa 2017, torneo che si disputerà proprio qui dopo che l’edizione di quest’anno, che già si doveva giocare in Libia, fu dirottata in Sudafrica per la scarsa sicurezza che Tripoli poteva garantire.


Tempi.it

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