La disoccupazione giovanile rimane il più grande problema dell’Europa. Nei
paesi del Sud in crisi il tasso di giovani senza lavoro supera anche il 50%,
mentre dal Consiglio Europeo è uscita una risposta ancora da costruire. Oggi a
Berlino si svolge un vertice voluto dalla Merkel per mostrare la decisione
della Ue nel contrastare questo problema esplosivo, ma è difficile attendersi
intese risolutive negli Stati divisi d’Europa.
CANTIERE APERTO - L’accordo sui 6 miliardi da destinare al contrasto della
disoccupazione giovanile raggiunto dal Consiglio Europeo è stato l’ennesimo
successo mancato secondo il Wall Street Journal. L’erogazione delle risorse non
sarà discussa prima di ottobre, e avverrà nei primi mesi del 2014 se gli stati
saranno capaci di trovare una rapida intesa. Alla luce della drammatica
situazione della disoccupazione giovanile, un simile lasso temporale appare
come eccessivo, rimarca il quotidiano finanziario. Oggi i capi di governo dei
paesi europei, insieme ai loro ministri del Lavoro ed ai responsabili delle
agenzie nazionali, sono invitati alla cancelleria di Berlino per discutere del
contrasto alla disoccupazione giovanile. Si discuteranno quali siano le “best
practice” europee, al fine di suggere innovazioni che possano facilitare
l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro. Le differenze nazionali tra i vari
paesi in difficoltà sono comunque notevoli, e non permettono un’armonizzazione
europea così immediata.
PROBLEMI DIVERSI - Gli economisti interrogati dal Wall Street Journal
esprimono scetticismo in merito all’iniziativa dell’Europa, che pare separare
il problema della disoccupazione giovanile dal più generale deficit di
competitività delle economie continentali. Un esempio è il caso spagnolo:
all’epoca della bolla immobiliare i giovani trovavano facilmente lavoro, anche
se erano poco qualificati come lo sono tuttora. Il governo di Madrid ha
praticamente cancellato la protezione dal licenziamento, ma al momento questa
riforma non ha dato gli esiti auspicati. A livello europeo le strutture che
supportano il mercato del lavoro sono assai differenti tra stato e stato. Il
Wall Street Journal sottolinea il caso italiano, dove in Sud Tirolo ci si ci
affida al sistema tedesco, mentre in Sicilia i disoccupati sono affidati
all’amministrazione regionale. “In Italia le agenzie del lavoro sono così
divise, che non esiste neppure un’esatta statistica dei disoccupati”, rimarca
il quotidiano finanziario. Lo sguardo
verso i diversi sistemi dei paesi in crisi rivela poi come le differenze siano
notevoli. La formazione duale che punta molto su collaborazione tra scuola ed
aziende è apprezzata in Germania, ma è già stata rifiutata in passato in varie
nazioni del Sud. In Francia l’alto salario minimo scoraggia le assunzioni, ma
difficilmente i sindacati cederanno sul punto.
GENERAZIONE SCOMPARSA - Su Der Spiegel vengono raccontanti i disagi delle
generazioni di Spagna, Grecia e Portogallo, che sono state spazzate
dall’esplosione della crisi dei debiti sovrani prima, e poi dai duri programmi
di rigore che hanno approfondito la dura recessione. La disoccupazione
giovanile è la morte a rate della società, rimarca il rettore dell’università
di Lisbona, António Sampaio da Nóvoa. I casi di una ragazza greca che ha
studiato da infermiera o di un giovane spagnolo che si è laureato in economia,
ed ora al massimo guadagna 500 euro che non gli bastano per vivere a Madrid,
evidenziano quanti ostacoli trovino gli under 30 nel costruirsi un futuro. Der
Spiegel sottolinea come sempre più giovani tornino a vivere in famiglia, con
anziani di 70 anni o più che cercano occupazioni part time visto che le
pensioni non bastano più anche per il mantenimento dei nipoti. La famiglia è l’
ammortizzatore sociale che ha mitigato l’impatto drammatico della crisi. Anche
l’economia sommersa ha svolto un simile ruolo, offrendo un reddito irregolare a
chi non riesce a trovare una collocazione retribuita.
ATTESE E VERI NUMERI - Su Handeslatt invece sono ospitate le lettere
appello di sei ragazze europee, di Germania, Spagna, Grecia, Belgio, Finlandia
e Slovacchia, che chiedono ai governi europei di agire con determinazione per
ridare un futuro alle giovani generazioni del Vecchio Continente. Le sei
ragazze fanno parte del Forum FutureLabEurope, ed esprimono un simile disagio,
anche se provengono da paesi dove la situazione è molto diversa, se non
opposto. In Germania il tasso di disoccupazione giovanile si assesta all’8,5%,
in Grecia invece sfiora il 60%. Handelsblatt rimarca però come i numeri degli
under 25 senza lavoro siano inflazionati dai metodi di calcolo, che includono
tra coloro che sono senza mansione anche gli studenti. Il quotidiano
finanziario tedesco rimarca come la situazione sia sicuramente drammatica, anche
se la disoccupazione giovanile è inferiore rispetto alle statistiche ufficiali
che vengono pubblicate e discusse sui media.
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