1. La voglio fare semplice: non fatevi ingannare da ESSI.
ESSI teorizzano e attuano strategie culturali e mediatiche di lungo periodo: hanno pazienza, mezzi illimitati e una indubbiamente "superiore" solidarietà interna (sono pochi e hanno enormi interessi in comune, patrimoniali e di controllo sociale).
Lo rammento magari a chi legge distrattamente e saltuariamente.
Una trattazione monografica "poderosa" del tema (a puntate), legato alla specificità dei vari "federalismi" come strumenti di disattivazione programmatica delle democrazie (gli strumenti più efficaci, peraltro, come ci accorgiamo con l'UEM ma non sembriamo realizzare altrettanto col "fronte interno"...), verràpubblicata presto, in base a un lavoro di Arturo e Bazaar.
2. Per fare da breve introduzione del mood che, razionalmente, occorre trovare dentro di sè (la razionalità senza la spinta intuitiva della intelligenza emotiva, è asservibile a qualsiasi scopo e degenera in "paralogismo", regno del condizionamento comunicativo manipolatorio...) -, vi riporto alcuni passaggi tratti da questo blog, appunto, preparatori dell'argomento.
Argomento che è poi, nella sua sostanza, quello della cinica sopraffazioneantiumanitaria, perpetrata sfruttando la complicità di una parte dei sopraffatti che viene messa contro altri egualmente sopraffatti.
3. Il primo è questo "punto" decisivo sollevato da Bazaar (segnalo: un autentico "Lumbard"):
"La Lega, come tutti i movimenti "american speaking" (ero piccolo ma mi ricordo l'endorsement dei soliti noti d'oltreoceano e dei loro portavoce tipo Feltri), a partire dagli anni '80 e dalle politiche deflattive della finanza internazionale, ha contribuito a formare un frame del tipo "pubblico"= "meridione d'Italia".
Inizieranno gli sproloqui su "evasione", "sprechi", "cassa del mezzogiorno", "carrozzoni", "Roma ladrona"... la corruzione!". Fino alla Mani Pulite golpista, le bombe "acculturate" e la dittatura finanziaria di Maastricht.
Il problema non sarà più l'oppressione esercitata sulle classi subalterne dalla classe formata dalla mafia latifondista del sud e la grande industria collaborazionista del nord.
La Lega farà da catalizzatore, come il M5S oggi, nell'indirizzare l'attenzione livorosa verso il conflitto intra-classista,personalizzando i "due minuti d'odio" orwelliani, trasferendo gli archetipi classisti da un livello di censo a un livello di identità culturale, sferrando i colpi neoliberali contro la democrazia rappresentativa, contro lo Stato e l'unità nazionale.
Col pretesto identitarista si sferrerà l'attacco all'unica identità politica che conta: l'identità nazionale, anima e motivazione spirituale a difesa della carta costituzionale. La Patria e i suoi impliciti valori solidaristici.
Mi fanno sorridere coloro che credono che dietro le pretese secessioniste di Catalogna o Scozia ci sia una razionalità economica (a sentire certi economisti che parlano di dimensioni del mercato interno in era di globalizzazione... rivoluzionari solo rispetto agli imbecilli del "più €uropa"), o per motivi di "autodeterminazione dei popoli" secondo i principi universali anti-imperialisti e anti-colonialisti: la Catalogna colonia della Castiglia? La Scozia colonia dell'Inghilterra?
Siamo seri.
Anche solo per rispetto di chi il colonialismo lo ha vissuto e lo vive veramente: ciò che ieri è stato effettivamente l'imperialismo ad annettere, oggi è il medesimo imperialismo a voler secedere.
Uno stato mondializzato composto da macroregioni federate, non solo sarà l'antitesi della preservazione dell'identità etnico-culturale, ma sarà funzionale ad imperituro totalitarismo di una dittatura finanziaria.
La mia impressione è che gli unici ad aver letto e compreso Marx siano stati i banchieri".
4. Magari qualcuno, non avendo troppo studiato (come invece bisognerebbe fare, per auto-aiutarsi alla sopravvivenza in tempi di ordoliberismo-mediatico-pop), trova (superficialmente) troppo marxista quanto focalizzato da Bazaar.
Ricorro allora a due donne in gamba che intervengono su questo blog. I lorointerventi riguardavano il problema di ESSI e sono appunto tratti dal post PERCHE' ESSI VIVONO (very successful, nei numeri): per questo, per chi vuole veramente capire, sono veramente e strettamente collegati al tema introdotto da Bazaar.
Sono certo che leggendoli con spassionata volontà di comprendere la connessione non possa sfuggire:
4. Il primo intervento è di Bruna Magnani:
"Chi vuole dominare sugli uomini cerca di svilirli, di sottrarre loro forza di resistenza e diritti, finchè siano davanti a lui impotenti come animali.
Egli li trasforma in animali, e anche se non dice apertamente entro di sè è ben cosciente di quanto poco gli importino: parlandone con i suoi confidenti egli li definirà pecore o gregge.
Il suo scopo resta sempre quello di "incorporarseli" e di sfruttarli.
Gli è indifferente cio' che resterà di loro.
Quanto peggio li ha trattati tanto piu' li disprezza.
E quando non presentano piu' nulla di sfruttabile egli se ne libererà di nascosto, come dei propri escrementi, preoccupandosi che non appestino l'aria della propria abitazione"
Elias Canetti " MASSE E POTERE" pagg. 252. "
5. Il secondo è di Carla Montanari:
"Il nazionalismo dei nazisti viene di solito sopravvalutato persino da chi ha capito come essi non siano mai stati dei semplici nazionalisti, come si siano serviti di " slogans "nazionalisti soltanto per procurarsi temporaneamente dei fiancheggiatori anche negli ambienti legati alla tradizione; agli effettivi militanti non è stato mai concesso di perdere di vista i fini sopranazionali del partito.
Questo "nazionalismo" ha più di un aspetto in comune con quello della propaganda sovietica del tempo di guerra , che non ha distolto i dirigenti dei partiti comunisti dai loro obiettivi internazionali.
Del resto, i nazisti non hanno mai ripudiato il loro primitivo disprezzo per il nazionalismo, per l'angustia e il provincialismo dello stato nazionale; e non si sono mai stancati di ripetere che il loro movimento, al pari di quello comunista, aveva portata e significato internazionali e, in quanto tale, era più importante di qualsiasi Stato, anche del loro...
Gli ideologi moderni vogliono conseguire a spese della realtà una vittoria permanente...I vecchi giocolieri della logica hanno dato del filo da torcere ai filosofi, mentre i moderni manipolatori dei fatti sono diventati una croce per gli storici.
Oggi è in gioco l'esistenza stessa della storia, in quanto può essere compresa e ricordata, perchè ciò non è più possibile quando non si rispettano i fatti nella loro irrecusabilità ma li si usa o stravolge, per provare ora questa ora quella opinione"
Da "Le origini del totalitarismo" di Hanna Arendt 1949."
BY VOXPOPULI
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