Introduzione
Quando il mondo si trova ad affrontare una crisi economica strutturale, l’attuale potenza mondiale egemone si esaspera a reggere la propria autorità in ogni modo possibile. Per sovrastare la futura egemonia della superpotenza del blocco cino-russo la supremazia occidentale ha già posizionato numerose dirigenze militari e mediatiche. Uno dei motivi principali dell’attuale crisi mediorientale è il piano occidentale volto ad interrompere il progetto Cintura della Via (OBOR) per collegare Asia ed Europa con la Via della Seta o rotta dei trasporti cinese. Se il progetto altamente ambizioso dell’OBOR si materializza, la Cina sarà al centro della scena egemonica globale. Ma l’occidente non lo vuole proprio, fingendosi ancora l’unica autorità del mondo. Così, ha adottato la nuova idea del Caos e Domina per affrontare i blocchi alternativi, e le guerre in Medio Oriente sono dei buoni esempi della politica globale occidentale del Caos e Domina. Alla fine, le guerre nel Medio Oriente respingono il sogno cinese dell’OBOR per un periodo di tempo incerto. Nel frattempo, tali agitazioni e guerre spingono la strategia asiatica cinese a collaborare di più con i vicini di Asia occidentale, Asia centrale, Asia meridionale e Sud-Est asiatico. Sappiamo che il blocco delle potenze cino-russa non è abbastanza sicuro nelle regioni dei Paesi confinanti, dove l’egemonia occidentale aguzza la vista. E’ chiaro che da poco gli strumenti geostrategici occidentali hanno iniziato le provocazioni diplomatiche in luoghi storicamente e politicamente sensibili presso Cina e Russia. Vi sono crescenti trepidazioni nei vicini sul Mar Cinese Orientale e Mar Cinese Meridionale per le divergenze sulle acque della regione. L’occidente è intervenuto in questi conflitti regionali con la copertura della libertà di navigazione. Per evitare guerre indesiderate con i vicini e la presenza occidentale, la Cina è sulla difensiva e diplomatica. E’ vero che, se scoppiasse una guerra, l’occidente ne sarebbe poco colpito.
Quando il mondo si trova ad affrontare una crisi economica strutturale, l’attuale potenza mondiale egemone si esaspera a reggere la propria autorità in ogni modo possibile. Per sovrastare la futura egemonia della superpotenza del blocco cino-russo la supremazia occidentale ha già posizionato numerose dirigenze militari e mediatiche. Uno dei motivi principali dell’attuale crisi mediorientale è il piano occidentale volto ad interrompere il progetto Cintura della Via (OBOR) per collegare Asia ed Europa con la Via della Seta o rotta dei trasporti cinese. Se il progetto altamente ambizioso dell’OBOR si materializza, la Cina sarà al centro della scena egemonica globale. Ma l’occidente non lo vuole proprio, fingendosi ancora l’unica autorità del mondo. Così, ha adottato la nuova idea del Caos e Domina per affrontare i blocchi alternativi, e le guerre in Medio Oriente sono dei buoni esempi della politica globale occidentale del Caos e Domina. Alla fine, le guerre nel Medio Oriente respingono il sogno cinese dell’OBOR per un periodo di tempo incerto. Nel frattempo, tali agitazioni e guerre spingono la strategia asiatica cinese a collaborare di più con i vicini di Asia occidentale, Asia centrale, Asia meridionale e Sud-Est asiatico. Sappiamo che il blocco delle potenze cino-russa non è abbastanza sicuro nelle regioni dei Paesi confinanti, dove l’egemonia occidentale aguzza la vista. E’ chiaro che da poco gli strumenti geostrategici occidentali hanno iniziato le provocazioni diplomatiche in luoghi storicamente e politicamente sensibili presso Cina e Russia. Vi sono crescenti trepidazioni nei vicini sul Mar Cinese Orientale e Mar Cinese Meridionale per le divergenze sulle acque della regione. L’occidente è intervenuto in questi conflitti regionali con la copertura della libertà di navigazione. Per evitare guerre indesiderate con i vicini e la presenza occidentale, la Cina è sulla difensiva e diplomatica. E’ vero che, se scoppiasse una guerra, l’occidente ne sarebbe poco colpito.
D’altra parte, milioni moriranno in Asia per una guerra indesiderata. La Cina sa bene che può evitarla proseguendo il suo piano Cintura e Via, garantendosi la sicurezza dagli alleati asiatici sostenitori del progetto OBOR. In questo caso, la comparsa di nuove partnership tra due o più potenze regionali asiatiche potrebbe avere un’enorme influenza geopolitica nel stabilizzare il piano OBOR, arrestando indirettamente il monopolio geo-strategico occidentale in Asia meridionale e nel Sud-Est asiatico. E’ evidente che Cina e Iran si uniscono su una piattaforma da cui possono incrementare la reciproca influenza diplomatica in Asia e svilupparsi economicamente con l’idea dello mutuo sviluppo col progetto OBOR.
Le relazioni storiche tra Cina e Iran
La relazione storica tra la Cina e Iran ha quasi 2500 anni. Le relazioni diplomatiche, culturali ed economiche tra le culture della Cina e del Grande Iran risalgono a tempi antichi, al 500 a. C. Ci furono interazioni culturali ad alto livello tra Parti e dinastia Han, e tra impero sassanide e dinastia Tang. E anche in quei tempi antichi la Via della Seta era il principale collegamento tra le due civiltà. Durante il periodo Parti-Han, la Via della Seta svolse un ruolo fondamentale nelle interazioni culturali e commerciale, contribuendo a stabilire ambasciate diplomatiche. Parti e Han avvicinandosi si conobbero bene, poi il buddismo si diffuse dalla Cina alla terra dei Parti, dove i monaci buddisti della civiltà indiana giunsero. Nel periodo sassanide, il rapporto si sviluppò in associazioni culturali ed economiche. Ad esempio, i sassanidi ebbero 13 ambasciate in terra cinese, e avevano rapporti commerciali terrestri e marittimi; entrambi gli imperi collaborarono per darsi misure di sicurezza per proteggere la Via della Seta da banditi, in particolare i turchi. Alla fine, l’invasione arabo-musulmano (abbaside) dell’Iran danneggiò lo storico rapporto diplomatico sino-persiano. E, dopo qualche decennio dall’ascesa al potere islamica, una guerra fu combattuta tra queste due civiltà amiche. Dopo che la guerra fu vinta dal califfato abbaside dell’Iran, il rapporto migliorò tra tumultuosi cambi diplomatici. Furono di nuovo amici. Nel corso dei secoli svilupparono partenariati economici e strategici. È interessante notare che entrambi i Paesi si riscoprirono nel secondo dopo-guerra, quando la Cina subì i cambiamenti sociali, politici ed economici della rivoluzione cinese. La Cina mantenne buoni rapporti diplomatici con la dinastia Pahlavi e il rapporto non mutò neanche con la rivoluzione iraniana del 1979. In seguito, entrambi i Paesi rivoluzionari apparvero per lo più interessati a un approccio reciprocamente vantaggioso.
I rapporti economici e commerciali tra Iran e Cina
La loro relazione economica si basa principalmente sul petrolio dell’Iran, che possiede la seconda maggiore riserva di petrolio del mondo. Negli ultimi dieci anni, la Cina ha firmato diversi accordi per 120 miliardi di dollari con l’Iran. L’80% delle esportazioni iraniane verso la Cina è composto da petrolio, rendendo l’Iran il terzo maggior fornitore di greggio della Cina. L’Iran fornisce quasi un milione di barili di greggio al giorno alla Cina. Negli ultimi due anni la Cina ha aumentato la domanda di petrolio di quasi il 50%. Diversi giacimenti di petrolio sono sviluppati in Iran da imprese cinesi. Ora, la Cina aiuta l’Iran a esportare petrolio e gas dai porti iraniani sul Mar Caspio e del sud in Europa e Asia. Sembra che la diplomazia cinese verso l’Iran sia stata articolata dalla politica energetica fin dai tempi in cui la Cina divenne importatrice di petrolio, nei primi anni ’90. Escludendo il petrolio, la Cina è un mercato enorme per le esportazioni petrolchimiche iraniane come il metanolo. Le aziende cinesi negoziano un accordo da 5 miliardi di dollari con l’Iran per creare l’impianto di metanolo nella città di Mahshahr. Più di 70 aziende cinesi sono attive in Iran, avendo già investito su metropolitana, dighe, pesca e cementifici a Teheran, mentre l’Iran ha sostenuto l’ascesa della Cina con minerali molto ricercati: carbone, zinco, piombo e rame. Il commercio tra i due Paesi riguarda anche attrezzature energetiche, minerarie e dei trasporti assieme ad armamenti e beni di consumo come elettronica, ricambi per auto e giocattoli. Anche se i consumatori iraniani non sono molto soddisfatti dalle merci cinesi più economiche, il valore degli scambi tra i due Paesi raggiungerà i 100 miliardi di dollari in pochi anni. Con un accordo da 13 miliardi di dollari, la Società per l’Edilizia e lo Sviluppo dei Trasporti iraniana, in collaborazione con la Cina, costruirà una rete ferroviaria da 5300 chilometri di otto tratte.
Rapporto politico e sociale tra Cina e Iran
I temi ideologici condivisi dell’antimperialismo e del terzomondismo hanno contribuito a suggellare il rapporto tra i due Paesi, alleandosi per controbilanciare Unione Sovietica e Stati Uniti durante la Guerra Fredda. Una volta che l’URSS firmò il Patto di amicizia sovietico-indiano, il rapporto divenne un sistema per contrastare la crescente influenza sovietica nel Golfo Persico. Ma rimaneva una certa distanza tra il regime di Mao e quello dello Shah per l’ideologia. Lo Scià era vicino agli Stati Uniti, mentre Mao era un comunista. Non appena lo Scià fu rovesciato dalla rivoluzione islamica, la Cina subito riconobbe il nuovo governo, il 14 febbraio 1979. Ma la Cina si trovò in una situazione difficile nella guerra Iran-Iraq degli anni ’80 dato che entrambi i Paesi erano alleati della Cina. La Cina fu abbastanza intelligente da rimanere fuori dal conflitto e spingere per una soluzione diplomatica del conflitto. Ma la crescente cooperazione della Cina con Israele e Stati Uniti ebbe scarsa influenza sulle relazioni Cina-Iran. Tuttavia, entrambi i Paesi furono colpiti dai giovani liberali. Come nel resto del mondo, gli iraniani avevano un’ammirazione profonda per la crescita cinese, e l’Iran rispetta e apprezza il contributo cinese verso l’Iran. Da alleato storico, l’Iran è stato accolto come membro fondatore dell’Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB) della Cina. Ci fu una discussione sull’adesione dell’Iran a membro a pieno titolo della Shanghai Cooperation Organization, dove l’Iran ha la posizione di osservatore. L’Iran è tributario della Cina nella diplomazia con le Nazioni Unite, in particolare del potere di veto cinese nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La Cina ha rifiutato di sostenere l’embargo sulle armi delle Nazioni Unite contro l’Iran e si è astenuta da molte proposte di sanzioni degli USA. Ma la Cina sostenne le sanzioni del 2010 delle Nazioni Unite contro l’Iran, causando qualche tensione e ritorsioni dall’Iran sull’insurrezione musulmana in Cina. Poi, la breve tensione tra i due Paesi fu considerata un piccolo incidente di percorso sulla rotta politica. Le società cinesi e iraniane espressamente riconoscono reciprocamente l’orgoglio nazionale e l’identità storica dei moderni Stati discendenti da antiche civiltà. Nonostante l’aspetto psicologico e la contrazione dei contatti dopo la rivoluzione cinese nel 1949, le interazioni sociali e politiche ripresero dal 1960. Ad esempio, l’Iran sostenne l’azione dello Stato cinese a piazza Tienanmen e la Cina condannò l’attacco degli Stati Uniti a un aereo passeggeri iraniano. Ultimamente l’Iran vive l’introduzione di ristoranti cinesi nella sua vita culturale.
La cooperazione militare e nucleare tra Iran e Cina
Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, le potenze occidentali cercarono di controllare la potenza militare cinese e le relazioni strategiche militari dell’Iran. Nonostante gli avvertimenti occidentali, la Cina avrebbe aiutato militarmente l’Iran addestrando gli alti ufficiali su sistemi all’avanguardia, fornendo supporto tecnico, acciai speciali per la costruzione di missili, tecnologia per lo sviluppo missilistico, costruendo una fabbrica di missili e con una serie di test. Ci furono indicazioni che la Cina aiutava l’Iran a sviluppare armi convenzionali avanzate, tra cui missili superficie-aria, aerei da combattimento, sistemi radar e motovedette lanciamissili. L’Iran gioca un ruolo fondamentale nell’aiutare la Cina ad influenzare il Golfo e non solo, data la posizione strategica dell’Iran tra Mar Caspio e Golfo. Tuttavia, Teheran garantisce la sicurezza dell’approvvigionamento di petrolio della Cina ed offre contemporaneamente alla Cina una fonte di petrolio ad occidente dello Stretto di Hormuz. Queste considerazioni tattiche così appaiono nell’attuale collaborazione militare tra Cina e Iran. Il 20 settembre 2014, la 17.ma Squadra di scorta della Marina cinese attraccava nel porto di Bandar Abbas, nel sud dell’Iran, per la prima visita. Poi Cina e Iran parteciparono all’esercitazione militare congiunta nel Golfo Persico Velayat 3. La Cina e i partner iraniani affermano la strategia cinese dell”andare ad ovest’ e le future attività della Cina comprenderanno aree come Oceano Indiano e Golfo Persico, fonti marittime dell’approvvigionamento energetico della Cina. La Cina ha anche costruito il primo reattore di ricerca nucleare dell’Iran e poi fornito altri quattro reattori. La Cina ha aiutato l’Iran a costruire il suo impianto di arricchimento di esafluoruro d’uranio vicino Isfahan. L’Iran, con l’aiuto cinese, riavviò la centrale di Bushehr, abbandonata da francesi e tedeschi. Dopo il crollo sovietico, l’Associazione internazionale per l’energia atomica aumentò i controlli sulle attività nucleari Iran-Cina. Nonostante le proteste occidentali sul programma nucleare iraniano, ci furono indicazioni che la Cina fosse direttamente coinvolta e aiutasse indirettamente l’Iran nei suoi programmi nucleari. Nel 2005, 7 aziende cinesi furono accusate di aiutare i programmi nucleari iraniani e messe nella lista nera negli Stati Uniti per 2 anni. Ma non finì qui, molti esperti, scienziati e tecnici nucleari cinesi erano già presenti in Iran aiutandolo a continuare i ‘programmi nucleari pacifici’, anche se nel 2010 le sanzioni internazionali contro l’Iran furono sostenute dalla Cina.
Conclusione
La Cina ha sempre bloccato le azioni estreme e dure contro l’Iran durante l’isolamento internazionale di Teheran sui programmi nucleari, per via di considerazioni storiche e strategiche, nonché per interessi economici, dato che i movimenti politici e strategici dell’asse Pechino-Teheran si sono storicamente dimostrati reciprocamente vantaggiosi. La Cina ha bisogno dell’Iran per le sue risorse energetiche e l’Iran ha bisogno del sostegno cinese per la sua ambiziosa egemonia mediorientale. Tuttavia, con la firma dell’accordo nucleare iraniano nel luglio 2015, Cina e Iran sono i vincitori geostrategici dell’ampio riequilibrio contro gli Stati Uniti, controbilanciandone la potenza in Asia occidentale, mentre allo stesso tempo la Cina espande presenza geostrategica ed influenza nella regione. Nel frattempo, l’occidente e i suoi partner regionali vogliono soverchiare il blocco alternativo con diversi accordi commerciali e militari spingendo il blocco alternativo a contrastarlo con una maggiore coesione interna. La partnership strategica tra Cina, Iran e Russia può svolgere un ruolo fondamentale sul futuro commerciale e geopolitico del Medio Oriente, e non solo. Giocando un solido ruolo nel processo di pace e stabilità del Medio Oriente, è giunto il momento per l’Iran di dotarsi di armi nucleari. Solo un Iran nucleare, creando un equilibrio di potere regionale in Medio Oriente, potrà mettere fine alla crisi mediorientale e spianare la via a un futuro di pace e stabilità, creando successivamente fondamenta politiche e piattaforma diplomatica per il progetto OBOR che la Cina prevede nel prossimo futuro.
Le relazioni storiche tra Cina e Iran
La relazione storica tra la Cina e Iran ha quasi 2500 anni. Le relazioni diplomatiche, culturali ed economiche tra le culture della Cina e del Grande Iran risalgono a tempi antichi, al 500 a. C. Ci furono interazioni culturali ad alto livello tra Parti e dinastia Han, e tra impero sassanide e dinastia Tang. E anche in quei tempi antichi la Via della Seta era il principale collegamento tra le due civiltà. Durante il periodo Parti-Han, la Via della Seta svolse un ruolo fondamentale nelle interazioni culturali e commerciale, contribuendo a stabilire ambasciate diplomatiche. Parti e Han avvicinandosi si conobbero bene, poi il buddismo si diffuse dalla Cina alla terra dei Parti, dove i monaci buddisti della civiltà indiana giunsero. Nel periodo sassanide, il rapporto si sviluppò in associazioni culturali ed economiche. Ad esempio, i sassanidi ebbero 13 ambasciate in terra cinese, e avevano rapporti commerciali terrestri e marittimi; entrambi gli imperi collaborarono per darsi misure di sicurezza per proteggere la Via della Seta da banditi, in particolare i turchi. Alla fine, l’invasione arabo-musulmano (abbaside) dell’Iran danneggiò lo storico rapporto diplomatico sino-persiano. E, dopo qualche decennio dall’ascesa al potere islamica, una guerra fu combattuta tra queste due civiltà amiche. Dopo che la guerra fu vinta dal califfato abbaside dell’Iran, il rapporto migliorò tra tumultuosi cambi diplomatici. Furono di nuovo amici. Nel corso dei secoli svilupparono partenariati economici e strategici. È interessante notare che entrambi i Paesi si riscoprirono nel secondo dopo-guerra, quando la Cina subì i cambiamenti sociali, politici ed economici della rivoluzione cinese. La Cina mantenne buoni rapporti diplomatici con la dinastia Pahlavi e il rapporto non mutò neanche con la rivoluzione iraniana del 1979. In seguito, entrambi i Paesi rivoluzionari apparvero per lo più interessati a un approccio reciprocamente vantaggioso.
I rapporti economici e commerciali tra Iran e Cina
La loro relazione economica si basa principalmente sul petrolio dell’Iran, che possiede la seconda maggiore riserva di petrolio del mondo. Negli ultimi dieci anni, la Cina ha firmato diversi accordi per 120 miliardi di dollari con l’Iran. L’80% delle esportazioni iraniane verso la Cina è composto da petrolio, rendendo l’Iran il terzo maggior fornitore di greggio della Cina. L’Iran fornisce quasi un milione di barili di greggio al giorno alla Cina. Negli ultimi due anni la Cina ha aumentato la domanda di petrolio di quasi il 50%. Diversi giacimenti di petrolio sono sviluppati in Iran da imprese cinesi. Ora, la Cina aiuta l’Iran a esportare petrolio e gas dai porti iraniani sul Mar Caspio e del sud in Europa e Asia. Sembra che la diplomazia cinese verso l’Iran sia stata articolata dalla politica energetica fin dai tempi in cui la Cina divenne importatrice di petrolio, nei primi anni ’90. Escludendo il petrolio, la Cina è un mercato enorme per le esportazioni petrolchimiche iraniane come il metanolo. Le aziende cinesi negoziano un accordo da 5 miliardi di dollari con l’Iran per creare l’impianto di metanolo nella città di Mahshahr. Più di 70 aziende cinesi sono attive in Iran, avendo già investito su metropolitana, dighe, pesca e cementifici a Teheran, mentre l’Iran ha sostenuto l’ascesa della Cina con minerali molto ricercati: carbone, zinco, piombo e rame. Il commercio tra i due Paesi riguarda anche attrezzature energetiche, minerarie e dei trasporti assieme ad armamenti e beni di consumo come elettronica, ricambi per auto e giocattoli. Anche se i consumatori iraniani non sono molto soddisfatti dalle merci cinesi più economiche, il valore degli scambi tra i due Paesi raggiungerà i 100 miliardi di dollari in pochi anni. Con un accordo da 13 miliardi di dollari, la Società per l’Edilizia e lo Sviluppo dei Trasporti iraniana, in collaborazione con la Cina, costruirà una rete ferroviaria da 5300 chilometri di otto tratte.
Rapporto politico e sociale tra Cina e Iran
I temi ideologici condivisi dell’antimperialismo e del terzomondismo hanno contribuito a suggellare il rapporto tra i due Paesi, alleandosi per controbilanciare Unione Sovietica e Stati Uniti durante la Guerra Fredda. Una volta che l’URSS firmò il Patto di amicizia sovietico-indiano, il rapporto divenne un sistema per contrastare la crescente influenza sovietica nel Golfo Persico. Ma rimaneva una certa distanza tra il regime di Mao e quello dello Shah per l’ideologia. Lo Scià era vicino agli Stati Uniti, mentre Mao era un comunista. Non appena lo Scià fu rovesciato dalla rivoluzione islamica, la Cina subito riconobbe il nuovo governo, il 14 febbraio 1979. Ma la Cina si trovò in una situazione difficile nella guerra Iran-Iraq degli anni ’80 dato che entrambi i Paesi erano alleati della Cina. La Cina fu abbastanza intelligente da rimanere fuori dal conflitto e spingere per una soluzione diplomatica del conflitto. Ma la crescente cooperazione della Cina con Israele e Stati Uniti ebbe scarsa influenza sulle relazioni Cina-Iran. Tuttavia, entrambi i Paesi furono colpiti dai giovani liberali. Come nel resto del mondo, gli iraniani avevano un’ammirazione profonda per la crescita cinese, e l’Iran rispetta e apprezza il contributo cinese verso l’Iran. Da alleato storico, l’Iran è stato accolto come membro fondatore dell’Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB) della Cina. Ci fu una discussione sull’adesione dell’Iran a membro a pieno titolo della Shanghai Cooperation Organization, dove l’Iran ha la posizione di osservatore. L’Iran è tributario della Cina nella diplomazia con le Nazioni Unite, in particolare del potere di veto cinese nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La Cina ha rifiutato di sostenere l’embargo sulle armi delle Nazioni Unite contro l’Iran e si è astenuta da molte proposte di sanzioni degli USA. Ma la Cina sostenne le sanzioni del 2010 delle Nazioni Unite contro l’Iran, causando qualche tensione e ritorsioni dall’Iran sull’insurrezione musulmana in Cina. Poi, la breve tensione tra i due Paesi fu considerata un piccolo incidente di percorso sulla rotta politica. Le società cinesi e iraniane espressamente riconoscono reciprocamente l’orgoglio nazionale e l’identità storica dei moderni Stati discendenti da antiche civiltà. Nonostante l’aspetto psicologico e la contrazione dei contatti dopo la rivoluzione cinese nel 1949, le interazioni sociali e politiche ripresero dal 1960. Ad esempio, l’Iran sostenne l’azione dello Stato cinese a piazza Tienanmen e la Cina condannò l’attacco degli Stati Uniti a un aereo passeggeri iraniano. Ultimamente l’Iran vive l’introduzione di ristoranti cinesi nella sua vita culturale.
La cooperazione militare e nucleare tra Iran e Cina
Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, le potenze occidentali cercarono di controllare la potenza militare cinese e le relazioni strategiche militari dell’Iran. Nonostante gli avvertimenti occidentali, la Cina avrebbe aiutato militarmente l’Iran addestrando gli alti ufficiali su sistemi all’avanguardia, fornendo supporto tecnico, acciai speciali per la costruzione di missili, tecnologia per lo sviluppo missilistico, costruendo una fabbrica di missili e con una serie di test. Ci furono indicazioni che la Cina aiutava l’Iran a sviluppare armi convenzionali avanzate, tra cui missili superficie-aria, aerei da combattimento, sistemi radar e motovedette lanciamissili. L’Iran gioca un ruolo fondamentale nell’aiutare la Cina ad influenzare il Golfo e non solo, data la posizione strategica dell’Iran tra Mar Caspio e Golfo. Tuttavia, Teheran garantisce la sicurezza dell’approvvigionamento di petrolio della Cina ed offre contemporaneamente alla Cina una fonte di petrolio ad occidente dello Stretto di Hormuz. Queste considerazioni tattiche così appaiono nell’attuale collaborazione militare tra Cina e Iran. Il 20 settembre 2014, la 17.ma Squadra di scorta della Marina cinese attraccava nel porto di Bandar Abbas, nel sud dell’Iran, per la prima visita. Poi Cina e Iran parteciparono all’esercitazione militare congiunta nel Golfo Persico Velayat 3. La Cina e i partner iraniani affermano la strategia cinese dell”andare ad ovest’ e le future attività della Cina comprenderanno aree come Oceano Indiano e Golfo Persico, fonti marittime dell’approvvigionamento energetico della Cina. La Cina ha anche costruito il primo reattore di ricerca nucleare dell’Iran e poi fornito altri quattro reattori. La Cina ha aiutato l’Iran a costruire il suo impianto di arricchimento di esafluoruro d’uranio vicino Isfahan. L’Iran, con l’aiuto cinese, riavviò la centrale di Bushehr, abbandonata da francesi e tedeschi. Dopo il crollo sovietico, l’Associazione internazionale per l’energia atomica aumentò i controlli sulle attività nucleari Iran-Cina. Nonostante le proteste occidentali sul programma nucleare iraniano, ci furono indicazioni che la Cina fosse direttamente coinvolta e aiutasse indirettamente l’Iran nei suoi programmi nucleari. Nel 2005, 7 aziende cinesi furono accusate di aiutare i programmi nucleari iraniani e messe nella lista nera negli Stati Uniti per 2 anni. Ma non finì qui, molti esperti, scienziati e tecnici nucleari cinesi erano già presenti in Iran aiutandolo a continuare i ‘programmi nucleari pacifici’, anche se nel 2010 le sanzioni internazionali contro l’Iran furono sostenute dalla Cina.
Conclusione
La Cina ha sempre bloccato le azioni estreme e dure contro l’Iran durante l’isolamento internazionale di Teheran sui programmi nucleari, per via di considerazioni storiche e strategiche, nonché per interessi economici, dato che i movimenti politici e strategici dell’asse Pechino-Teheran si sono storicamente dimostrati reciprocamente vantaggiosi. La Cina ha bisogno dell’Iran per le sue risorse energetiche e l’Iran ha bisogno del sostegno cinese per la sua ambiziosa egemonia mediorientale. Tuttavia, con la firma dell’accordo nucleare iraniano nel luglio 2015, Cina e Iran sono i vincitori geostrategici dell’ampio riequilibrio contro gli Stati Uniti, controbilanciandone la potenza in Asia occidentale, mentre allo stesso tempo la Cina espande presenza geostrategica ed influenza nella regione. Nel frattempo, l’occidente e i suoi partner regionali vogliono soverchiare il blocco alternativo con diversi accordi commerciali e militari spingendo il blocco alternativo a contrastarlo con una maggiore coesione interna. La partnership strategica tra Cina, Iran e Russia può svolgere un ruolo fondamentale sul futuro commerciale e geopolitico del Medio Oriente, e non solo. Giocando un solido ruolo nel processo di pace e stabilità del Medio Oriente, è giunto il momento per l’Iran di dotarsi di armi nucleari. Solo un Iran nucleare, creando un equilibrio di potere regionale in Medio Oriente, potrà mettere fine alla crisi mediorientale e spianare la via a un futuro di pace e stabilità, creando successivamente fondamenta politiche e piattaforma diplomatica per il progetto OBOR che la Cina prevede nel prossimo futuro.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
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