Dal 1853 al 1856 il sultano ottomano, incitato da Gran Bretagna e Francia di Napoleone III, entrò in uno dei conflitti più assurdi della storia moderna, la guerra di Crimea. Forse il risultato più duraturo della ridicola guerra combattuta Crimea fu la battuta spesso citata della carica della brigata leggera di Lord Tennyson: “Non ne avevano motivo, non dovevano che farlo e morire… nella carica dei seicento nella Valle della Morte“. Descrivendo in modo appropriato l’escalation del conflitto in corso, istigato dall’aspirante nuovo sultano della Turchia, Recep Erdogan, che provoca ancora e ancora la Russia. Solo come parafrasi della famosa battuta di Karl Marx descrivente la Francia di Napoleone III, “La storia si ripete prima come tragedia, poi come farsa“. La terza volta riguarda Erdogan, non come Napoleone III, ma come Monty Python e il Sacro Graal. La citazione fu originariamente utilizzata da Marx per descrivere il regime assurdo di Napoleone III, nipote eccessivamente romantico di Napoleone I, che fece un colpo di Stato, imponendo una dittatura in Francia e, insieme agli intriganti inglesi, istigò il sultano ottomano Abdulmecid a entrare in guerra con la Russia sulla Crimea. La guerra di Crimea del 1853 è passata alla storia come una delle guerre più assurde dei tempi moderni, anche se naturalmente ogni guerra è assurda. E ora Erdogan sembra intenzionato a un remake, con una guerra da “B-movie” di Hollywood sulla Crimea russa del Mar Nero.
Erdogan incontra i tartari
Come se non fosse abbastanza spacciarsi da macho abbattendo un jet da combattimento russo Su-24 nello spazio aereo siriano, atto di guerra di un Paese della NATO, uccidendone il pilota con i terroristi turchi dei Lupi grigi, in violazione ad ogni precetto civile, la testa calda Erdogan cerca apertamente il conflitto nella regione russa della Crimea. Secondo notizie da media ufficiali turchi, agenzia ucraina QHA e da Sputnik News, il 19 dicembre il presidente turco Recep Erdogan incontrava due organizzatori del blocco alimentare ed elettrico contro i cittadini della Crimea russa. L’agenzia turca Anadolu riferiva che Erdogan aveva incontrato personalmente in un hotel di Konya Mustafa Abdulcemil Qirimoglu e Rifat Chubarov, principali organizzatori del cosiddetto ‘blocco su cibo ed energia elettrica’ della Crimea. Dzhemilev è un deputato di Kiev e capo del Movimento Mejlis che sostiene di rappresentare la minoranza musulmana tartara di Crimea. QHA riferiva che Rifat Chubarov e politici ucraini s’incontrarono con il primo ministro turco Ahmet Davutoglu, braccio destro di Erdogan. Secondo QHA, “parlarono di un’emergente “partnership strategica” tra Turchia e Ucraina, prospettive per una zona di libero scambio, del “blocco civile della Crimea” e “della formazione di un’unità militare nella regione di Kherson“. In precedenza, il 4 agosto 2015, Erdogan aveva incontrato Mustafa Abdulcemil Qirimoglu e Rifat Chubarov, quando Ankara ospitò il secondo congresso mondiale del tatari di Crimea, l’organizzazione anti-russa dei tatari in esilio, i cui membri vivono soprattutto in Turchia. Erdogan disse ai capi dei terroristi tartari che la Turchia non riconoscerà mai l’annessione russa della Crimea. Erdogan incontrò il capo terrorista musulmano tartaro di Crimea Mustafa Abdulcemil Qirimoglu a Konya, a fine dicembre. Andrej Manojlo, esperto di “rivoluzioni colorate” per il cambio di regime della CIA, e membro del Consiglio di sicurezza russo, ha detto a Svobodnaja Pressa che i tartari di Crimea di Dzhemilev sono “strettamente collegati all’intelligence turca… che gli fornisce finanziamenti significativi per le provocazioni. Il cosiddetto Mejlis del popolo tartaro di Crimea… nato da un gruppo politico come forza diversiva che opera agli ordini dei servizi segreti turchi“. Questo punto di vista è stato anche sottolineato in una recente intervista a Radio Sputnik da Andranik Migranjan, professore dell’Istituto di Relazioni Internazionali dell’Università Statale di Mosca. Migranjan dichiarava che, “alcuni capi dei tartari della Crimea, incluso Mustafa Abdulcemil Qirimoglu, hanno a lungo vissuto coi soldi turchi. Sono sostenuti da varie organizzazioni turche, compresi i servizi d’intelligence ed organizzazioni nazionaliste. Non è un segreto che sulle mappe dei nazionalisti turchi, la Crimea appare parte del nuovo impero turco, con l’idea che col tempo farà parte di un unico Stato turco”.
Spedire Lupi grigi…
Ora si riferisce che Erdogan invia i terroristi ultra-nazionalisti turchi Lupi grigi in Ucraina per collaborare coi terroristi musulmani tartari filo-Ankara di Dzhemilev in Crimea. Ai primi di dicembre, dopo l’abbattimento turco dell’aviogetto russo Su-24 in Siria, Lenur Isljamov, nazionalista tartaro e uno dei principali organizzatori del blocco alla Crimea su cibo ed energia, postava una sua foto con dei Lupi Grigi, ‘braccio armato’ del Partito del Movimento Nazionalista della Turchia di estrema-destra, sulla sua pagina Facebook, scrivendo come didascalia, “patrioti turchi del Bozkurtkar Turk ulkuculeri, conosciuti semplicemente come Lupi grigi, ci visitano presso il blocco. L’anello del blocco si stringe!” Alparslan Celik, il cosiddetto ‘capo turcomanno’ che si vantava di aver ucciso il pilota del Su-24 russo abbattuto sulla Siria dall’aviazione turca, è un membro dei Lupi grigi che combattono al fianco dello SIIL in Siria contro le forze di Assad. I Lupi grigi furono fondati alla fine degli anni ’60 come ala giovanile del Partito del movimento nazionalista. Il loro obiettivo è unire tutti i popoli turchi in uno Stato, il cosiddetto Grande Turan, anche se le origini etniche del Turan è contestata, alcuni sostenendo che ha origine persiana. Il fondatore dei Lupi grigi e del Partito del movimento nazionalista, il colonnello Alparslan Turkes, era un ammiratore dichiarato di Adolf Hitler e dei nazisti. Fu anche il fondatore, insieme alla CIA, della rete di sabotaggio anticomunista della Gladio turca, durante la Guerra Fredda. I suoi Lupi grigi continuano a uccidere migliaia di curdi turchi e Mehmet Ali Agca, la persona che nel 1981 ferì Papa Giovanni Paolo II, era membro dei Lupi grigi. Oggi, i Lupi grigi collaborano con la rete terrorista nel territorio autonomo cinese del Xinjiang, considerata parte del ‘Grande Turan’ secondo l’idea di unico Stato di tutti i turchi. Da lì reclutano giovani musulmani uiguri, prima di arrivare ad Istanbul per studiare, e quindi addestrarsi come terroristi del SIIL contro gli “infedeli” di Assad in Siria. I Lupi grigi chiamano la regione cinese degli uiguri musulmani del Xinjiang, “Turkestan dell’est”. Nell’agosto 2015, i Lupi grigi inscenarono un attentato dinamitardo a Bangkok uccidendo 19 persone e ferendone 123, per la decisione del governo thailandese di deportare sospetti terroristi uiguri in Cina, invece di permettendogli di recarsi in Turchia, dove un asilo li attendeva. In Europa, i Lupi grigi furono coinvolti in omicidi politici di curdi, profanazioni di monumenti armeni e pestaggi di turisti cinesi. Ultimamente sono stati colti a reclutare combattenti dello SIIL per la guerra in Siria. “La cerchia di Erdogan invoca il ‘Grande Turan’ (rosso) delle popolazioni presumibilmente turche da Ankara al Xinjiang in Cina”.
Come la mappa del Grande Turan mostra, le ambizioni di Erdogan non sono modeste. Se è pazzo abbastanza da persistere, come sembra finora, sostenuto dai miliardi sauditi e qatarioti nell’ossessione di creare il nuovo sultanato ottomano, potrà far esplodere una nuova guerra mondiale, a meno che il mondo civile, infine, ne cancelli la megalomania da Monty Python.F. William Engdahl è consulente di rischio strategico e docente, laureato in Scienze Politiche all’Università di Princeton, è autore di best-seller su petrolio e geopolitica, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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