mercoledì 10 febbraio 2016

COME SI RIATTIVANO NELLA VITA I TRAUMI DELL’INFANZIA

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Uno degli effetti in generale meno compresi legati al vissuto di uno shock o di un trauma emotivo è il modo in cui la nostra psiche e il nostro corpo ne vengono influenzati. Quando si verifica un trauma, si crea un condizionamento che inconsciamente ci fa rivivere le sue dinamiche specifiche nella vita quotidiana. Prima il trauma ha avuto luogo – ad esempio nel periodo dell’infanzia – più il suo impatto sarà significativo e finirà per generare delle rievocazioni nel corso della vita, fino a quando non verrà risolto. Per iniziare, è utile osservare gli effetti che ha un trauma sul cervello, in particolare sullo sviluppo cerebrale del bambino. Ogni volta che viviamo un’esperienza intensa, si creano ad un ritmo allarmante delle connessioni sinaptiche, che formano delle autostrade neuronali rafforzate dai livelli degli ormoni dello stress che circolano nel sangue. 


Queste connessioni non solo codificano il nostro stato fisiologico al momento, ma comprendono anche il nostro stato psicologico ed emotivo, oltre a tutte le strategie di sopravvivenza a cui si ricorre. Queste autostrade si riattivano ogni volta che ci troviamo in una situazione simile all’evento originale. Ad esempio, se a seguito di un’esperienza di forte pressione durante il parto il bambino resta incastrato, inizierà a sentire un alto livello di frustrazione e di ansia. Come risultato di questa esperienza, il suo cervello in via di sviluppo registrerà l’intera situazione su un’autostrada neurale. Questo cablaggio includerà la postura del bambino in quel preciso momento, la sensazione di pressione intensa, il suo sentirsi in trappola, l’ansia e la frustrazione insieme con il tentativo di lottare con questi sentimenti. Se nella vita adulta questo individuo si ritroverà nuovamente in una condizione affine, quell’autostrada neurale si attiverà nuovamente, riaccendendo delle sensazioni

e delle emozioni apparentemente sproporzionate e irrilevanti per la situazione corrente. Questo modo di essere inizierà ad identificarlo e l’individuo finirà per rassegnarsi al fatto di non saper gestire bene la pressione, ritrovandosi frustrato e ansioso ogni volta che si troverà coinvolto in una situazione del genere. Ma le cose non stanno così: il nostro modo di reagire è spesso legato a come abbiamo imparato a farlo, piuttosto a come siamo veramente. La nostra vera natura si è dovuta adattare, subendo una distorsione per contenere gli effetti di un’esperienza traumatica. Questi effetti possono influenzarci sotto diversi punti di vista: dal modo in cui ci comportiamo, alla nostra salute fisica, al nostro stato emotivo, fino ai nostri pensieri, le credenze e il nostro linguaggio. Gli effetti di queste esperienze traumatiche dell’infanzia non si fermano qui, perché noi stessi finiamo per ricreare inconsciamente quelle stesse dinamiche nella nostra vita, in qualche maniera. Questo si verifica in diversi modi. Possiamo attrarre persone e situazioni a noi, come se fossimo una sorta di calamita. Oppure, potremmo noi ritrovarci attratti da queste stesse persone e situazioni. Un altro modo in cui capita di ricreare questi effetti è quello di comportarci in modi particolari e inconsci, che provocano gli altri affinché mettano in scena la dinamica dello stesso trauma originale. Ad esempio, se abbiamo sperimentato un’esperienza di rifiuto nei primi anni di vita, possiamo agire in modo tale da cercare di impedire agli altri di respingerci, diventando appiccicosi, sempre in cerca di controllo. Purtroppo, però, in questo modo facciamo sì che le altre persone si stanchino e ci respingano di conseguenza, ricreando proprio la situazione che stavamo cercando di evitare. Gli studio hanno descritto un certo numero di strategie di rievocazione del trauma. William Emerson e Terry Karlton sono due esperti nel campo della risoluzione del trauma prenatale e della nascita. La comprensione delle strategie di rievocazione che i due ricercatori hanno studiato – oltre che del modo in cui queste influenzano la nostra vita attuale – ci possono rendere consapevoli dello schema che ogni volta si ripresenta. Questo fornisce la possibilità per rompere lo schema e sganciarsi dal trauma.

RIEVOCAZIONE DIRETTA Inconsciamente attiriamo o siamo attratti da situazioni e persone specifici, che ricreano l’esatta dinamica del trauma originario. Per esempio, se abbiamo vissuto una forte pressione durante la nascita e questa ci ha travolti, possiamo ritrovarci costantemente coinvolti in rapporti e ambienti di lavoro che costantemente ci fanno sentire ingabbiati.

RIEVOCAZIONE EVITANTE Inconsciamente, evitiamo le dinamiche specifiche del trauma originale. Per esempio, se abbiamo sperimentato una qualche forma di tossicità chimica precoce, ad esempio la mamma fumava mentre ci teneva in grembo, oppure beveva alcol o faceva uso di droghe, o sono stati utilizzati farmaci per il sollievo dal dolore durante il parto, cerchiamo di evitare il ripresentarsi di situazioni affini conducendo una vita ossessivamente sana, evitando i farmaci e preferendo sempre i rimedi naturali.

RIEVOCAZIONE COME COLPEVOLE Questa forma di rievocazione ha luogo quando ci identifichiamo con le forze specifiche del trauma e lo proiettiamo sugli altri. Così facendo diventiamo noi gli aggressori. Ad esempio, una persona che ha visto invaso il suo territorio durante il parto, a causa delle contrazioni o di interventi intensi, diventeranno assai invadenti con le persone che hanno intorno.

RIEVOCAZIONE COME VITTIMA Si tratta dell’esatto opposto della precedente strategia. In questo modo ci identifichiamo pienamente nella dinamica del trauma, ce ne immedesimiamo e finiamo così per sentirci vittime a vita. Ad esempio, se siamo stati estratti con il forcipe, nella vita adulta ci sentiremo impotenti e non potremo evitare di farci manipolare e controllare da individui prepotenti, attraendo costantemente nella nostra vita persone con queste caratteristiche. 

RETROFLESSIONE IDENTIFICATIVA In questa situazione, prendiamo una credenza specifica che il trauma ha impresso su di noi e ci identifichiamo in essa. Ad esempio, dopo avere sperimentato l’abbandono nel grembo o durante il processo di nascita, possiamo percepire questa situazione come sbagliata. Più avanti nella vita non siamo in grado di distinguere tra noi stessi e ciò che ci capita intorno. Come conseguenza, iniziamo a convincerci che se ci troviamo in una data situazione, è colpa nostra perché abbiamo fatto sbagliato qualosa. Questo porta al pensiero “io sono sbagliato” e finiamo per identificarci con questa convinzione.

RETROFLESSIONE COMPENSATIVA Questa forma di rievocazione del trauma è l’opposto del precedente. Qui ci identifichiamo sì con una convinzione, ma la compensiamo agendo in maniera opposta. Ad esempio, se a seguito delle prime esperienze abbiamo percepito la sensazione di essere dei falliti, cercheremo di compensare rincorrendo in modo ossessivo il successo. Questa spinta inconscia continuerà indisturbata fino a che i sentimenti di fondo legati al fallimento non saranno incanalati correttamente.

RIEVOCAZIONE COME DIFENSORE DELLE VITTIME Questa strategia comporta una proiezione inconscia delle dinamiche del trauma nella sfera sociale, allo scopo di aiutare e sostenere gli altri. Questo si traduce nel tentativo costante di sostenere gli altri a superare quel trauma che noi stessi abbiamo vissuto. Ad esempio, se ci siamo sentiti impotenti, manipolati e controllati dall’esperienza del forcipe durante il parto, l’individuo potrebbe impegnarsi ad insegnare crescita e sviluppo personale.

RIEVOCAZIONE CONFLITTUALE Questa strategia porta le persone a cercare attivamente qualsiasi sfida o circostanza problematica che ricordi loro, a livello inconsapevole, il trauma originale. Ad esempio, percepire la sensazione di rifiuto precoce, può portare ad impegnarsi in ambito sociale e politico in difesa delle persone respinte, come bambini dati in adozione o migranti. Quando siamo in grado di diventare più consapevoli dei modelli che si strutturano a causa delle nostre prime esperienze traumatiche, possiamo acquisire maggiore chiarezza a proposito della nostra personalità e degli schemi che si ripetono nella nostra vita, facendo il primo passo verso la loro risoluzione.




Articolo di generazionebio.com

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