La notizia l’ha data Bloomberg: la valutazione operativa dello F-35, l’aereo avanzatissimo ed invisibile (stealth) delle mille meraviglie, è stata rimandata un’altra volta. Dal 2017 (data fissata già dopo una precedente proroga: doveva essere il 2016) è stata posticipata all’agosto 2018. Per “valutazione operativa” s’intende la messa alla prova delle capacità di combattimento dell’aereo in situazioni di battaglia aerea. Una precedente occasione, nell’estate del 2015, ha visto un F-35 prenderle da un invecchiato F-16, uno degli aerei che avrebbe dovuto rimpiazzare. Nonostante ciò a maggio scorso, il Corpo dei Marines ha dichiarato l’operabilità degli esemplari ad esso destinati (a decollo verticale o catapultato); ha persino dato una dimostrazione alla stampa al largo della Virginia: avendo cura che i caccia-miracolo non portassero armi o missili sotto la pancia, e che il ponte su cui hanno dovuto atterrare fosse accuratamente liberato da ogni altro apparecchio. L’Air Force però non ha concesso la sospirata operatività; dovrà appunto pronunciarsi nell’agosto del 2018. Ciò vuol dire che l’aereo, concepito nel 2001, ha tradito ancora una volta le mirabolanti promesse del costruttore, Lockheed Martin: invisibilità ai radar ottenuta col profilo e i più sofisticati materiali compositi, capacità insuperabili di confondere i radar nemici, agilità mai vista ottenuta con la fusione più assoluta del pilota umano con la macchina, sicché quasi si guida col pensiero. Salvo che l’elmetto che rende possibile tutto ciò, un oggetto artigianale costruito apposta per ogni pilota al costo di almeno 400 mila dollari l’uno, e che lo rende capace di una visione a 360 gradi, “ha difficoltà a distinguere i nemici dagli amici”, come ha scritto NewsWeek.
Elmetto: 400 mila dollari, non funziona
I piloti hanno lamentato la scarsa visibilità, problemi al radar e al software (niente di strano dato che lo F-35 è un megacomputer volante, con 8 milioni di linee di programma, e dunque una decine di migliaia di bug da correggere), ma anche difetti meccanici: vulnerabilità dei serbatoi e dei comandi idraulici a raffiche di mitragliatrice nemiche, fino al seggiolino eiettabile che non si eietta. Un incendio del motore (l’unico) Pratt & Withney nel 2014, ha consigliato il Pentagono di rimandare ancora un po’ in attesa di miglioramenti. Il costo sta salendo vicino ai 400 milioni per esemplare, a quanto sembra.
http://www.bloomberg.com/politics/articles/2016-01-29/pentagon-risks-building-500-f-35s-before-completing-combat-tests
USA ne fabbrica 500 prima di sapere se vannoProduzione a catena
Ma questo non è ancora tutto. L’incredibile e il demenziale è il fatto seguente: Lockheed Martin sta già producendo questi aerei a tappe forzate, come fossero funzionanti: 100 l’anno, e presto 200. Ad agosto 2018, prima che siano avvenute le simulazioni realistiche, già ci saranno ben 500 supercaccia invisibili-miracolo negli hangar. Ciascuno di questi 500 apparecchi dovrà tornare in officina “per esser sottoposto ad un insieme di modifiche ancora da determinare”, ha ammesso Michael Gilmore, il responsabile prove del Pentagono: “modifiche che possiamo non poterci permettere, se si immagina il costo di migliorare queste partite di aerei esistenti mentre il programma di fabbricazione continua in un tempo di limitazioni fiscali”. Insomma, stanno spendendo miliardi che non hanno nella produzione di massa di aerei che non si sa se servano a qualcosa. Anzi che forse operativi non diverranno mai. L’Air Force un mese fa ha comunicato al gruppo di revisione degli Stati Maggiori che anche la data dell’ultimo rimando, l’agosto 2018, per via “delle deficienze ereditate” dal suo “software Block 3i” unito a “nuovi problemi di stabilità”: ai vecchi problemi se ne sono aggiunto dei nuovi. E i comandi dell’aviazione si stanno ri-equipaggiando alla chetichella di modelli rammodernati di F-15, F-16 e F-18), ciò che un giornalista esperto ed umorista ha chiamato “a stealth cancellation”, una cancellazione “invisibile” del caccia invisibile per eccellenza.
http://www.americanthinker.com/articles/2016/01/5_reasons_why_our_f35s_are_too_dangerous_to_fly.html#ixzz3xZUaF8cI
Naturalmente si può intravvedere una mostruosa faccenda di corruzione per miliardi di dollari di denaro pubblico sprecati: ogni paese ha la sua, ed è ovvio che quella della Superpotenza sia la corruzione del sistema militare industriale e della burocrazia del Pentagono (singolare che Washington abbia appena accusato Putin di essere “corrotto”). Ma qui assistiamo sgomenti ed increduli a qualcosa di peggio: che il sito Dedefensa chiama “la fase di autodistruzione del Sistema”. Il Sistema americano o occidentalista, con la sua hubrys superba, la sua pretesa di sofisticazione tecnologica estrema, la sua illusione di eccezionalità e superiorità morale ed efficientista (morale ed “efficienza” sono un tutt’uno nelle mentalità occidentali, e si uniscono nel “mercato”) è qui al suo fallimento. Il Sistema alla paralisi. Il punto significativo – e spaventoso – è che non riesce a fermare la produzione del costosissimo errore: sia perché non può ammetterlo la mega-burocrazia del Pentagono, né il governo che si sente “eccezionale”, e perché Lockheed ha già attuato le linee di produzione con decine di migliaia di addetti, i contratti di fornitura sono già stati firmati, i surplus già venduti ai clienti-sudditi. Fra questi, nessuno lo ignora, c’è l’Italia. Che compra 90 aerei F 35 (già ridotti dai 130 iniziali) ad oltre 3 miliardi di euro, e in cui una fabbrica, a Cameri, sta costruendo delle componenti. A settembre c’è stato persino un “battesimo dell’aria del primo caccia italiano”, salutato dai media con le parole entusiaste di chi copia-incolla i comunicati-stampa della ditta.
Ma l’F-35 non è un caccia di ultima generazione. E’ il Tramonto dell’Occidente.
Il tramonto della ragione nella demenza, a costi altissimi, del resto è quel che si sta rivelando – come dubitarne? – anche in Europa. Qualche giorno fa il ministero di Wolfgang Schauble (Finanze) s’ è reso conto che il costo degli immigrati invitati dalla Cancelliera, vitto, alloggio, corsi di lingua, integrazione e spese d’ordine pubblico compresi,ammonterà ad almeno 50 miliardi di euro. La Germania, come si ricorderà, poteva “salvare la Grecia” con due terzi di quella cifra, e s’è rifiutata per “ragioni morali”, in realtà per coprire le sue banche che ai greci aveva prestato troppo, e coprirne gli errori da avidità e piccineria. Adesso il governo germanico, e Schauble in prima linea, dovrà contrarre un prestito per finanziare l’operazione-immigrati; ma si aspetta un rinnovamento demografico e stuoli di operai a basso costo. E’ fortunato, gli interessi sono bassi: l’Occidente che tramonta crede fermamente che la Germania sia “solida” e ben governata da gente intelligente.
http://deutsche-wirtschafts-nachrichten.de/2016/02/01/studie-fluechtlinge-kosten-staat-50-milliarden-euro/
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