LONDRA - I banchieri di quella che negli ambienti della City è definita la "casata dei Rothschild", sono preoccupati come non mai. L' illustre nome della banca che ha due secoli di storia e che già dominava l' Europa quando i Rockefeller erano ancora del tutto sconosciuti, si trova al centro di una serie di imbarazzanti insinuazioni. Ma anche di voci su enormi buchi finanziari. Il Daily Telegraph, il quotidiano conservatore sempre molto moderato nella scrittura e nella presentazione delle storie, anche quelle più sensazionali, intitola la sua corrispondenza da Zurigo: "Buco da 155 milioni di dollari nella casa Rothschild". Quasi 250 miliardi di lire.
Si riteneva che le dicerie dei salotti svizzeri, sarebbero rimaste confinate agli ambienti giudiziari. E' in corso una vertenza molto dura tra il presidente della Banca Rothschild londinese Sir Evelyn De Rothschild e l' ex manager del gruppo in Svizzera, Juerg Heer. I banchieri Rothschild che lo hanno impiegato per più di venti anni lo considerano responsabile delle formidabili perdite subite a Zurigo ma quest' ultimo contrattacca con accuse che certamente possono essere definite "sensazionali". I Rothschild lo vorrebbero far processare per truffa.
Ma il loro ex dirigente è partito per la Thailandia e non ha fatto più ritorno malgrado avesse promesso che sarebbe stato puntuale con l' appuntamento, in sede giudiziaria alla fine del mese di gennaio. Heer appartiene ad una ricca famiglia di banchieri svizzeri ed era famoso per le sue collezioni d' opere d' arte e di vini pregiati. Era anche considerato un personaggio dell' establishment bancario svizzero. Ora non soltanto rifiuta le colpe per il "buco", ma sostiene che i suoi dirigenti della Banca Rothschild lo avrebbero costretto ad effettuare le operazioni più ignobili. Una delle sue accuse è quella di avergli fatto consegnare 5 milioni di dollari in contanti ai killer del banchiere Calvi prima che partissero per Londra per impiccarlo sotto il Ponte dei frati neri nel 1982. Heer sostiene anche che i dirigenti della stessa Banca Rothschild avrebbro avuto rapporti stretti con personaggi criminali legati alla mafia tramite la Loggia P2. Come se tutto questo non bastasse, ha lanciato accuse dirette al barone Elie De Rothschild, ex presidente della banca che a suo parere avrebbe aiutato ricchi e disonesti italiani nelle loro operazioni fraudolente. La storia è particolarmente imbarazzante se si aggiunge che Juerg Heer chiama anche in ballo il suo ex capo della Banca Svizzera dei Rothschild: tale Alfred Hartmann, che è stato anche per un periodo presidente della Bank of Credit and Commerce International, spesso definita la "banca dei crimini e della droga". In passato si era sempre cercato di chiarire che malgrado i due incarichi ricoperti in tempi diversi da Hartmann, la Rothschild non aveva mai avuto neppure nella maniera più indiretta avuto nulla a che fare con la Bcci. E l' imbarazzo è particolarmente notevole perché i Rothschild hanno sempre puntato alla massima discrezione e al massimo prestigio. Anche nel caso di tensioni familiari come quella scoppiata nel 1980 quando i due cugini Evelyn e Jacob decisero di separare i loro interessi, dopo avere constatato la difficoltà di lavorare insieme, si era fatto di tutto per dare l' impressione che si trattava di un semplice e per nulla controverso accordo. Lo scopo principale era appunto quello di creare un fronte Rothschild per valorizzare un nome così illustre e definito qualche volta nella City "magico", ma che ora l' ex funzionario Heer, vorrebbe gettare nel fango
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